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"… Lorenzo Riccardi ha già dimostrato di possedere una certa personalità di stile sia nello scrivere canzoni che nel proporle dal vivo, in solitudine o insieme alla sua band."
Roberto Valentino, La Provincia Pavese

 

Lorenzo si segnala tra i vincitori della prima edizione del Premio Città di Recanati.
La sua Ismaele, canzone ispirata all'incipit del Moby Dick di Melville viene segnalata come uno dei pezzi più belli e originali dell'intera rassegna.

 

1989 //

Il primo importante approccio con il mondo musicale che conta:
la Rassegna Tenco a Sanremo sancisce l'ingresso ufficiale di Lorenzo sui palcoscenici prestigiosi

 

"...Pino Daniele, che ha strappato meritate ovazioni. Applausi anche per Lorenzo Riccardi, un pavese di 25 anni con una vena aspra e scontrosa ..."
Cesare G. Romana, Il Giornale

"…Esordiente assoluto, senza neppure un solo disco pubblicato, che contamina la vena cantautorale "classica" con materiali rock."
Nino Pirito, Il secolo XIX

"… ben dotato di vena dylaniana e di una felice scrittura visionaria"
Giuseppe De Grassi, CIAO 2001

"Lorenzo Riccardi rappresenta una delle più interessanti novità nel settore, i suoi pezzi possiedono un grosso pathos, arricchito da una vocalità molto personale unita ad una suggestiva mise musicale."
Alberto Bazzurro, Il Piccolo

 

1990 //

Sull'esperienza del premio Città di Recanati Lorenzo lavora a un nastro dal vivo, autoprodotto, che raccoglie una manciata di canzoni scritte nel frattempo, due delle quali registrate proprio al Tenco.

 

"…(Manfredi, Malaspina e Riccardi) … personalità assai diverse, composite, in grado di tratteggiare in modo originale un quadro artistico in piena evoluzione da cui, anno dopo anno, emergono figure capaci di rinvigorire una realtà particolarmente cara al pubblico della musica leggera"
Enzo Gentile, La Repubblica

"Lorenzo Riccardi chitarrista ribelle, ma capace di commuovere a forza di watts, orienta le sue trame verso i nuovi orizzonti del rock."
Luca Stello, Il Giorno

"compositore di brani i cui testi, più volte definiti sognanti e "felicemente visionari" dalla critica, corrono via a volte su ritmi latini, a volte si inerpicano su solide basi rock e altre volte si sposano a gradevoli ballate."
Il Giornale di Brescia

"…presente a Recanati con un brano dal forte, dal suggestivo impatto finale, ha di recente autoprodotto una cassetta con la sua band in cui trovano posto otto suoi testi (Pavia, Macbeth, Nel nome di Maria e Un amore i migliori) più due songs di scuola anglosassone, Day tripper dei Beatles, e Carey di Joni Mitchell, interpretati dalla flessibile, partecipe voce di Betti Verri, che con Lorenzo duetta spesso anche nei brani a firma di quest'ultimo."
Alberto Bazzurro, Il piccolo

"Lorenzo Riccardi Band, con già alle spalle interessanti esperienze, propone un sound folk-blues, c'è grinta."
Eugenio Finardi, Faremusica

 

1997 //

Il Premio Tenco permette a Lorenzo di venire a contatto con alcuni personaggi che si rivelano fondamentali per la sua successiva produzione: Massimo Bubola, Giorgio Cordini e Mauro Pagani lo affiancano nella produzione di "Strade Perse", il primo album di Lorenzo che lo conferma autore di grande sensibilità.

"Più che mai in questo disco appaiono evidenti le influenze dylaniane, coniugate a una sua visione personale che sottolinea aspetti di una forte esistenzialità vissuta attraverso squarci di vita notturna, una sorta di malessere esorcizzato da donne e alcool che riscattano la mediocrità diurna a cui si è costretti da una quotidianità sempre più tracciata. Posto di blocco, Lettera notturna e Le sirene sono forse le canzoni che evidenziano in modo particolarmente tagliente questo aspetto. L'album esce nel 1997 per conto della Digit, casa discografica che andrà ben presto incontro a problemi di sopravvivenza e che purtroppo farà troppo poco per supportare adeguatamente questo lavoro. Strade Perse finisce con l'ottenere di conseguenza più successo di critica che non di vendita penalizzando l'estro di Riccardi che deve così affidare la diffusione del suo lavoro più a se stesso che non a una struttura organizzata. Il successo che ottiene durante le sue esibizioni riscatta parzialmente la delusione del mancato supporto della sua etichetta."
Roberto Caselli

"Fonti di ispirazione tutt'altro che scontate e che dimostrano la chiara volonta' di allontanarsi dagli stereotipi della 'letteratura rock'... Strade perse e' un album che si giova dell'ottimo lavoro di produttore di Mauro Pagani, di sonorita' curatissime e del contributo di musicisti di assoluto valore..."
P. Biamonte, MUSICA! (La Repubblica)

"Un disco che in vetrina difficilmente troverete ma di cui è doveroso parlare perché rappresenta un sussulto da una specie che sembrerebbe in via d'estinzione ... con il contributo di alcuni fra i migliori session-man dello stivale ... con "Notte di Roma" e "La canzone del porto" riesce anche ad ammaliare."
Maurizio Matteotti, Il Giornale di Brescia

"Una gradita sorpresa. Strade Perse ... una simile parata di stelle potrebbe far passare in secondo piano il ruolo di Lorenzo Riccardi , ma subito dopo il primo ascolto risultano evidenti le ottime doti dell'artista, particolarmente attento alla stesura dei testi alquanto particolari e valorizzati dalla sua voce molto caratteristica ed aggressiva."
Stefano Tognoni, L'isola che non c'era

"... richiama alla memoria quella che per chi scrive è stata la miglior stagione del cantautorato italiano e cioè gli anni settanta, quando un disco di Guccini o di De Gregori erano davvero qualcosa da ascoltare a lungo e con attenzione, ... Riccardi confeziona un disco nervoso ed elettrico a tratti,più acustico e intimista in altri, dove a volte fa capolino il reggae, in altri momenti un sostanzioso R&B e la melodia avvolgente e "classica" non manca mai. Dotato di un'ottima interpretazione vocale e capace di testi pungenti , amari e ironici."
Paolo Vites, Jam

"Nel 1997 ho firmato l'album d'esordio di Lorenzo Riccardi, un bravissimo cantautore di Pavia. …
Una cosa che mi ha sorpreso piacevolmente, è che il disco di Lorenzo sia molto piaciuto
anche a Fabrizio De Andrè…"
Giorgio Cordini, intervista su Chitarre

 

2003 //

Bisogna attendere sei anni prima che Riccardi si decida a pubblicare il suo secondo lavoro:
"Tra fiamma e candela"

"volontariamente" autoprodotto, uscito lo scorso settembre e presentato con tutti gli illustri collaboratori allo Spazio Musica di Pavia. Il disco sottolinea ancora una volta gli aspetti problematici di un personale sempre alla ricerca di nuova linfa per uscire dal dilemma esistenziale, ma affronta anche, con più decisione, quelli di carattere sociale e politico che sempre più condizionano l'esistenza. Contribuiscono ancora una volta alla realizzazione Giorgio Cordini e Mauro Pagani, ma si segnalano anche come musicisti di valore Stefano Cattaneo, polistrumentista, fonico e coprodutture, la cantante Betti Verri, il bassista Max Gabanizza, il batterista Joe Damiani e il trombonista Beppe Caruso. Singolare, poi, la partecipazione di Fernanda Pivano che, da storica americanista, legge eccezionalmente una riduzione dell'epilogo del Moby Dick. Hermann Melville continua ad affascinare Lorenzo Riccardi che trae ancora una volta spunto dalla sua opera per mettere a punto L'angelo della palude, canzone che ricalca l'omonima oscura poesia dello scrittore. A colpire immediatamente sono brani come Il diavolo nella bottiglia, Pettirosso, Successo quotidiano, Dare i numeri e la cover di Cielito Lindo, reinventato in modo brillante con basso tuba e tromboni, per l'immediatezza e il bel lavoro di arrangiamento proposto, ma a un ascolto più pacato acquistano grande forza quei pezzi più semplici e intimisti come Senza parole, e soprattutto Controvento che finiscono, senza mezzi termini, col conquistare in modo definitivo."
Roberto Caselli

"Combattivo, verace, e volutamente fuori dalle mode, ma con ancora la voglia di dire in formato canzone.…
Testi impegnati e poetici che avrebbero meritato di essere riportati nel libretto di copertina, ma evidentemente per lui le parole non si possono scorporare dalla musica."
Linda Lucini, La Provincia Pavese

"Una certa sobrietà aleggia nelle canzoni a ribadire che la semplicità, se espressa con sensibilità, è sempre la via maestra … Belli tutti i pezzi ma se ci si vuole soffermare su qualcosa in particolare certamente Controvento e Senza parole hanno il potere di ipnotizzare e Pettirosso di far sognare"
Roberto Caselli, JAM

"Alla base del suo lavoro c'è una solida cultura rock accompagnata da un amore per le parole… continua sull'(auto)strada aperta da Dylan, ma lì non si ferma, spingendosi al largo con contaminazioni etno-folk e strizzando l'occhio al Sudamerica"
Lucia Carenini, L'Isola che non c'era

"Il panorama musicale italiano non può che offrire degno spazio a Lorenzo Riccardi, che senza tanti proclami o gesti musicali fuori dai toni, racconta in canzoni il clima di oggi, dove molte generazioni possono splendidamente ritrovarsi"
Massimo Biliorsi, La voce del campo

"Un cd che merita di essere ascoltato, chiaro nell'assunto e nella protesta, preciso e fresco nei suoni e nell'arrangiamento. Soprattutto un cd che non conta palle mediatiche, anzi, asciuga e focalizza volontariamente le sue intenzioni."
Max Manfredi, cantautore

"La forza espressiva di Riccardi emerge però soprattutto in concerto quando riesce a coinvolgere il pubblico con una presenza scenica tonica e incisiva che dona più vigore all'interpretazione. La voce centrata e spesso ironica acquista forza sul palcoscenico e scandisce i testi con la giusta drammaticità." ..... "I suoi concerti, a seconda delle necessità, possono avvalersi dell'aiuto di più musicisti o limitarsi a un'esibizione con voce, chitarra e armonica, da vero one man band."
Roberto Caselli

"I can't understand the word, but it sounds great"
Larry Johnson… somewhere on the road

 

  • Testo rielaborato dall'originale di Roberto Caselli, uno dei massimi esperti italiani di blues e co-fondatore negli anni 70
    di Radio Popolare a Milano.
    Recentemente ha curato per Editori Riuniti il volume "Cento dischi ideali per capire il blues" e ha scritto i volumi "Rolling Stone"s, "Paolo Conte", e "Beatles" (quest'ultimo insieme a Michelangelo Iossa). È direttore responsabile della rivista musicale specializzata JAM.